Portrait of Tony – Pisa Jazz
Francesco Bearzatti “Portrait of Tony”
Francesco Bearzatti: sax tenore, clarinetto
Federico Casagrande: chitarra
Gabriele Evangelista: contrabbasso
Zeno De Rossi: batteria
Il nuovo disco del sassofonista Francesco Bearzatti è dedicato a una leggenda del jazz dalla vita irrequieta e avventurosa: il clarinettista, sassofonista e pianista di origine siciliane Tony Scott. Spulciando tra la sua biografia Bearzatti scopre che il 17 giugno del 2021, il grande Antony Joseph Sciacca detto Tony Scott, avrebbe compiuto 100 anni. Decide quindi di rendergli omaggio da clarinettista a clarinettista attraverso sue composizioni originali. Nasce così Portrait of Tony, il nuovo progetto discografico della Parco della Musica Records, un ritratto in musica di uno dei più grandi clarinettisti della storia del jazz.
“Era da un po’ di tempo – dichiara Francesco Bearzatti – che fantasticavo su Tony Scott, sulle sue incredibili doti musicali e sulla sua vita avventurosa. Dotato di un talento incredibile e di una preparazione completa, grazie al diploma presso la prestigiosa Juilliard School di New York, Tony era anche un ottimo pianista, arrangiatore e direttore d’orchestra. Era uno che, con la sua preparazione e verve, avrebbe potuto diventare famosissimo nello show business e fare un sacco di soldi. Ma Tony era un puro, amava il jazz, il be bop e i suoi sacerdoti ed era uno che si spendeva per i diritti civili. Mai e poi mai avrebbe tradito Charlie Parker e Billy Holiday, suoi intimi amici per i quali, grazie alle sue origini sicule, si spendeva presso i boss newyorkesi, proprietari dei night club, per procurarsi e procurare loro degli ingaggi. Tra gli anni ‘40 e ‘50 diventò popolare, lavorò con tutti i grandi della musica, e per parecchi anni, venne eletto dalla critica specializzata, miglior clarinettista jazz dell’anno.”
Tony Scott ha suonato con i più grandi jazzisti dell’epoca d’oro come Errol Garner, Charlie Parker, Art Tatum, Dizzy Gillespie, Thelonius Monk, ha collaborato come clarinettista, pianista, arrangiatore e direttore d’orchestra con la sua grande amica Billie Holiday, ha scoperto e inciso con il pianista Bill Evans. Ha suonato in numerose e famose orchestre americane e tra il 1953 e il 1956 ha diretto la Tony Scott Big Band e il Tony Scott Septet. Ha fatto parte di quella che fu chiamata “Third stream music”. Negli anni sessanta viaggiò ovunque, fu il primo jazzista ad esibirsi in Giappone e in molti altri paesi orientali, suonando con i musicisti locali e apprendendo la loro musica e la loro cultura. A metà anni sessanta, proprio grazie a questi nuovi insegnamenti, incide un disco che anticipa la New Age ed avrà un successo enorme: Music for Zen Meditation. Dopo una vita avventurosa e travagliata, alla fine degli anni ’60, deciderà di venire in Italia, dove non sarà mai capito e accettato, e dove, pian piano, si spegnerà tra l’indifferenza della gente. Per vivere sarà costretto a fare comparsate televisive, a suonare in feste di piazza e in contesti molto lontani da quelli precedenti.
Il regista Franco Maresco racconta l’ascesa e la caduta di questo gigante del jazz nel docufilm Io sono Tony Scott, ovvero come l’Italia fece fuori il più grande clarinettista jazz (2010) in cui scopre il tratto essenziale della vicenda del musicista protagonista del film: la difesa strenua della propria integrità artistica, del proprio senso di libertà, anche se questo comporta dover pagare un duro prezzo.